L’emigrazione degli italiani all’estero: un fenomeno in crescita

Nonostante le circostanze siano cambiate e l’Italia stessa oggi sia diventata meta di emigrati da ogni luogo, l’esodo italiano verso l’estero rimane un fenomeno in costante evoluzione, caratterizzato da motivazioni diverse rispetto al passato ma anche da nuove sfide e opportunità che riflettono l’evoluzione, (o l’involuzione?) del mondo globalizzato in cui viviamo oggi.

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The reality shows of pain

“Infotainment” is an English neologism that has institutionalized the sensationalization of drama along with invasive and disrespectful journalism, leading to a decline in the quality of information content. It’s the reality of pain, torment transformed into entertainment stories for an audience always attracted to sensational news, other people’s tragedies, and, I emphasize, the tragedies of others. The influential French philosopher Bourdieu once remarked that “Blood, sex, melodrama, and crime have always been big sellers.”

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The modern history of the infamous column

It’s interesting to note that if in Manzoni’s time, identifying the culprits among the alleged “untori” somehow helped quell popular revolts, today, using the same method, attention is diverted away from a system ill-equipped to provide adequate answers to citizens and lacking not only in treatment tools (with the exception of an extraordinary army of doctors and healthcare personnel) but also an efficient protocol to safeguard the health of individuals, including those most at risk such as disabled patients and those with debilitating conditions.

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Come TV e Web insegnano la maleducazione ai nostri figli

Volgarità e arroganza forgiano nuovi e discutibili personaggi televisivi e anche i loro fan, modificando abitudini e modus vivendi degli spettatori, ipnotizzati e storditi da programmi di bassa levatura che sfornano personaggi grotteschi, pagati per apparire in alcuni salotti televisivi che hanno fatto fortuna proprio con il gossip da quattro soldi. Un calderone di sguaiataggine e rozzezza che a una come me, nata negli anni ’70 e cresciuta con la TV dei ragazzi, sta decisamente stretto.

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Le foibe e la livella degli olocausti

Come si può davanti a questi orrori – compiuti nel nome di un’ideologia o per far prevalere un’appartenenza etnica o per imporre la supremazia di una religione – giustificarne un Olocausto rispetto ad un altro e misurarne la gravità di questi mediante il computo numerico dei morti? Ma il perdono ed il giudizio spettano solo ai discendenti delle vittime. Per noi che siamo estranei vale solo una morale: non ci sarà mai pace fra i vivi se tutti e morti non saranno uniti del ricordo!

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