Molisn’t? Chiedetelo al New York Times

Molisn’t? Chiedetelo al New York Times

Pochi sono a conoscenza che fu il suono della zampogna di Turno il sannita a decretare la sconfitta dei Britanni nel 54 a.C.. Del valore dei sanniti e della loro terra, infatti, ne era ben consapevole l’imperatore Giulio Cesare, che fece costruire ben cento zampogne per far imbizzarrire i cavalli e mettere in fuga il nemico.

E mentre le regioni italiane nicchiano e fanno scherzosamente finta che il Molise non esiste, ecco che la testata giornalistica più prestigiosa d’oltreoceano, il New York Times, inserisce la regione più bistrattata d’Italia tra le 52 mete mondiali da visitare. Con buona pace del resto del Belpaese.

L'”Antiquarium di Saepinum-Altilia” sul New York Times

È accaduto durante lo scorso anno e, causa pandemia da Covid-19 che ha polarizzato tutta l’attenzione dei media, questo omaggio giunto dalla parte opposta dell’Oceano Atlantico è quasi passato inosservato per tornare in auge proprio in queste settimane. Gli americani, che hanno innegabilmente una marcia in più, hanno scoperto molto prima di noi le eccellenze di questa terra di soli 136 comuni, la più piccola regione del Paese dopo la Valle d’Aosta, che offre un connubio di mare e montagna invidiabile in cui natura, storia, arte, tradizioni e gastronomia vivono armoniosamente in equilibrio tra loro.

Tra le mete più ambite, proprio quelle sciistiche di Campitello Matese, alle pendici del Monte Miletto, e i numerosi piccoli borghi nati intorno ai dodici tratturi, le famose vie battute dalle greggi durante i periodi della transumanza, luoghi in cui si respira ancora l’atmosfera genuina del passato.

Foto di Matese Guide Slow – Dal Monte Miletto

Proprio su uno dei tratturi fu eretto il Santuario dell’Addolorata di Castelpetroso (in copertina), progettato in stile neogotico dall’ingegnere Francesco Gualandi . Se ci capitate d’inverno crederete di essere finiti nel bel mezzo di una favola in perfetto stile nord europeo.

Da vedere assolutamente il sito archeologico di Altilia Sepino, la città dissepolta, descritta come una piccola Pompei, testimonianza della presenza nel territorio delle antiche province romane. E ancora il Castel Svevo di Termoli e il caratteristico borgo medievale.

A Campobasso è possibile ammirare il Castello Monforte, situato sulla sommità della collina che domina un panorama mozzafiato, mentre Isernia offre deliziose vie e vicoli caratteristici ben noti ai turisti.

Da non perdere la passeggiata sul Ponte tibetano di Roccamandolfi, nel Matese, attraversando una natura incontaminata che incornicia tutto il paesaggio fino a condurre alle rovine del castello distrutto da Federico II.

E per finire, i 35 km di costa, la Costa Verde, che si alterna tra baie e pinete e a cui appartengono Termoli (da cui partono i traghetti per la Croazia e per le isole Tremiti) e Campomarino, fiorente città romana fino all’epoca imperiale.

Lago di Gualdalfiera

Ma il Molise è anche ulivi, vigneti e frutteti e ovviamente una terra che eccelle nella produzione di miele. La mozzarella di Bojano incornicia l’opera.

Detto brevemente tutto ciò, c’è ancora qualcuno che afferma Molisn’t?

di Federico Di Mattia