“C’era una volta a Cerchio”, il libro che racconta la miseria dei contadini del ‘900

C’era una volta a Cerchio non è una storia di emigrazione, ma una delle tante storie di resilienza narrata da dentro, saldamente ancorata all’America – come veniva chiamata all’epoca qualsiasi area del continente a stelle e strisce – quel Nuovo Mondo che allora significava lavoro, soldi, riscatto dalla miseria, ma anche viaggi con il biglietto di sola andata.

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L’emigrazione degli italiani all’estero: un fenomeno in crescita

Nonostante le circostanze siano cambiate e l’Italia stessa oggi sia diventata meta di emigrati da ogni luogo, l’esodo italiano verso l’estero rimane un fenomeno in costante evoluzione, caratterizzato da motivazioni diverse rispetto al passato ma anche da nuove sfide e opportunità che riflettono l’evoluzione, (o l’involuzione?) del mondo globalizzato in cui viviamo oggi.

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La comparanza e il san Giovanni

“Ci passe lu sangiuvanne!” si diceva in passato, è indicava appunto un vincolo importante di amicizia o sentimento tra compari e comari, che rimaneva e tutt’ora rimane saldo fino alla morte. A Milano si usava la frase: “San Giuan fa minga ingan!”, a sottolineare la fiducia riposta nella relazione di padrinato.

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De Gasperi e quel cappotto in prestito per incontrare Truman

Come osserva Giannantonio Stella, “Vi sono stati momenti di grande dignità nella politica italiana”, una classe politica che anteponeva l’interesse dei cittadini al proprio. Un esempio straordinario ne fu il primo presidente della Repubblica, Enrico De Nicola, che appena eletto arrivò da Napoli con la sua auto, senza scorta e non volle mai abitare al Quirinale, ma oggi le cose stanno diversamente e come qualcuno ha scritto, “Tutto si è concluso”.

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