Morbo di Alzheimer. Cosa ne sappiamo?

Sono oltre 500.000 in Italia le persone ammalate di Alzheimer, una malattia invalidante che colpisce generalmente dopo i sessant’anni, e che non va erroneamente attribuita all’invecchiamento come accadeva in passato. Provoca un’alterazione e degenerazione delle funzioni cerebrali del paziente tanto da rendergli difficoltoso anche il più semplice gesto quotidiano. Ma cosa ne sappiamo davvero?

I sintomi

Perdita di memoria a breve termine, difficoltà di concentrazione, problemi di linguaggio e di percezione visiva, fatica a tornare presso la propria abitazione, impossibilità pratica nello svolgere le normali e abitudinarie attività quotidiane come quella di vestirsi, disorientamento nel tempo e nello spazio, ovverosia non riconoscere posti familiari o il giorno in cui si vive, confusione mentale, deliri, bruschi cambi d’umore, incapacità di giudizio e di critica analitica, dimenticanze anomale, sono i sintomi più comuni causati da questa patologia scoperta, nel 1907, dal neurologo tedesco Alois Alzheimer.

In campo medico il morbo di Alzheimer viene definito con il termine generico di demenza proprio per identificare il declino delle facoltà mentali che disturbano e interferiscono in modo grave con la qualità della vita.

I sintomi si manifestano lentamente e peggiorano gradualmente. Qualora il lettore si riconoscesse in queste caratteristiche non esiti a contattare uno specialista per accertare o meno le cause, ed eventualmente escludere o diagnosticare il morbo di Alzheimer. Una valutazione tempestiva può risolvere un problema spesso ignorato o addirittura sopravvalutato. Il morbo viene identificato sulla base di un’anamnesi medica, esami e test di laboratori.

Cause del morbo di Alzheimer

Photo Credit Gerd Altmann

Depressione, uso smodato di alcool o sostanze stupefacenti, farmaci, carenze vitaminiche concorrono a peggiorare condizioni di demenza senile, ovvero il danneggiamento subito dalle cellule della corteccia cerebrale che non comunicano più tra loro e causano problemi di memoria, linguaggio e movimento. Di certo i fattori di rischio più comuni, oltre a quelli genetici, sono i problemi cardiovascolari e quindi una mancata ossigenazione del sangue che priva le cellule di elementi vitali per le loro funzioni. Va sottolineato comunque che le demenze senili come il morbo di Alzheimer e il morbo di Lewy deteriorano i vasi sanguigni del cervello contribuendo a un peggioramento della condizione.

È di notevole aiuto condurre una vita sana, mangiare alimenti amici della salute, tenere bassi gli zuccheri nel sangue, controllare colesterolo e pressione arteriosa, evitare di fumare e praticare una seppur moderata attività fisica che aumenti il flusso sanguigno e l’ossigeno al cervello riducendo notevolmente i rischi per la salute.

È necessario nutrirsi in modo equilibrato e seguendo una dieta povera di grassi e zuccheri, lontana dagli alimenti industrializzati e ricca di vitamine e sali minerali. Pochissima carne rossa, molta frutta e verdura, noci, cereali, legumi, pesce azzurro e olio di extra vergine di oliva.

Trattamento del morbo di Alzheimer

Allo stato attuale non esistono farmaci per rallentare o curare il morbo di Alzheimer nello stato avanzato. Esistono invece sistemi di supporto e interventi farmacologici o non farmacologici, come le cosiddette terapie di orientamento, in grado di aiutare pazienti e loro familiari.

F.D.

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